Piramide alimentare e strategie nutrizionali specifiche utili a gestire nausea e vomito in gravidanza

Una condizione comune esperienziata dalle donne in gravidanza è rappresentata da nausea e vomito (NVP), sintomi che si presentano con intensità variabile fino alla forma più grave di iperemesi gravidica (HG).

I primi sintomi possono manifestarsi già intorno alla 4ª settimana di gestazione, per poi regredire, generalmente, entro la 20ª settimana. NVP colpiscono tra il 50% e l'80% delle donne incinte, persistendo anche fino al terzo trimestre nel 23,5% dei casi. 

In Italia si riporta una prevalenza complessiva di NVP del 65,5% (con il 41,4% che sperimenta solo nausea, il 3,9% solo vomito e il 54,6% entrambi). 

Poter elaborare un nuovo approccio che riduca la gravità dei sintomi e diminuisca la dipendenza da trattamenti farmacologici e ricoveri ospedalieri, rappresenterebbe, dunque, una questione di grande interesse sia da un punto di vista sociale che medico-sanitario. 

Lo studio preso in esame è la risultante di una revisione sistematica della letteratura coerente dal 1990 a oggi, secondo l’approccio delle linee guida Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses (PRISMA), confrontata con le linee guida nutrizionali stabilite per la gravidanza: DGA, OMS e checklist nutrizionale FIGO per gruppi alimentari, tenendo conto sia delle esigenze nutrizionali delle donne in gravidanza sia della gestione clinica di NVP e HG. 

Ma, quali sono le basi fisiologiche di questi disturbi?

 

Gli ormoni svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo di nausea e vomito durante la gravidanza, con attori ormonali chiave quali:

  • gonadotropina corionica umana (hCG), con picco tra la 9a e la 12a settimana di gravidanza, è particolarmente associata ad un aumento della nausea, stimolando il centro del vomito all’interno del tronco encefalico
  • progesterone, rilassando la muscolatura liscia del tratto gastrointestinale, rallenta la motilità gastrica e intensifica i sintomi della nausea
  • grelina, ormone regolatore dell'appetito, diminuisce durante la gravidanza, specialmente nei casi di HG, riducendo potenzialmente l'appetito
  • serotonina, prodotta principalmente nelle cellule enterocromaffini intestinali, interagisce con i recettori che innescano segnali di nausea al cervello, intensificando i sintomi
  • estrogeni, rendono maggiormente sensibili agli odori, un comune fattore scatenante della nausea
  • cortisolo, livelli elevati, spesso associati allo stress, possono amplificare il disagio gastrico stimolando l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, attivando ulteriormente il riflesso della nausea

 

L'interazione tra questi ormoni e neurotrasmettitori come la dopamina, complica i meccanismi regolatori che controllano l'appetito e l'emesi, creando un ciclo di nausea, diminuzione dell'appetito e malassorbimento dei nutrienti che hanno un impatto sul benessere materno e quindi sulla salute fetale.

Ad oggi, il trattamento farmacologico per NVP e HG spesso prevede farmaci antiemetici, come doxilamina-piridossina e ondansetron, che prendono di mira i percorsi dei neurotrasmettitori associati al riflesso del vomito, non senza potenziale rischio di lievi effetti collaterali. L'integrazione di opzioni farmacologiche con strategie dietetiche, che allevino i sintomi ma garantiscano anche l'adeguatezza nutrizionale materna e fetale, come da linee guida, potrebbe offrire un approccio più olistico alla gestione di questi sintomi in modo sicuro ed equilibrato.

 

L'obiettivo dello studio:

  • sviluppare una piramide alimentare su misura per gestire NVP e HG, ovvero fornire un approccio dietetico strutturato esaminando i ruoli dei macronutrienti, dei micronutrienti e di specifici gruppi alimentari, nonché l'efficacia degli integratori a base di erbe, come lo zenzero, e la vitamina B6, nell'alleviare i sintomi
  • creare una guida dietetica completa che possa supportare sia il benessere materno che la salute fetale integrando strategie nutrizionali con i trattamenti farmacologici esistenti.

 

- Carboidrati e fibre: consumare il 45-60% dell'energia totale dall'assunzione di carboidrati è essenziale per stabilizzare i livelli di glucosio nel sangue e ridurrebbe la gravità della NVP. Preferire carboidrati complessi, come cereali integrali, legumi e verdure amidacee – come suggerito dalle linee guida LARN, OMS e DGA - permetterebbe anche un rilascio di glucosio più lento, riducendo al minimo il rischio di ipoglicemia reattiva, un fattore scatenante comune per la nausea all'inizio della gravidanza. 

Inoltre, gli zuccheri semplici, sebbene a volte meglio tollerati durante i sintomi acuti, dovrebbero rimanere al di sotto del 10% dell'energia totale per prevenire l'instabilità glicemica e l'esacerbazione dei sintomi. 

L'assunzione di fibre alimentari, in particolare di fibre insolubili, non sembrerebbe prevenire la NVP, ma risulterebbe ben tollerata durante la gravidanza e potrebbe aiutare a gestire i sintomi gastrointestinali associati. 

Il ruolo delle fibre potrebbe essere di supporto piuttosto che preventivo nelle raccomandazioni dietetiche sulla NVP.

 

- Proteine: le prove suggeriscono che dividere l'assunzione di proteine in cinque pasti durante la giornata, come da attuali raccomandazioni di effettuare pasti piccoli e frequenti, potrebbe migliorare la motilità gastrica e ridurre l'intensità della nausea sostenendo la disponibilità di aminoacidi e prevenendo le aritmie gastriche. Si suggerisce il consumo di fonti proteiche magre, come pollame (2-4 porzioni a settimana), pesce (3-4 porzioni a settimana), uova (1-2 porzioni a settimana) e legumi (2-4 porzioni a settimana), ben tollerate e in linea con le raccomandazioni per il mantenimento di un equilibrio di azoto in gravidanza. 

Anche gli spuntini dovrebbero includere una fonte di proteine (comprese le noci) per ottimizzare l'assunzione nutrizionale e il sollievo dei sintomi. 

Le opzioni proteiche preferite includerebbero yogurt o latte (preferibilmente magro), un uovo sodo e legumi, come alternativa proteica versatile a base vegetale. 

I legumi, riducendo al minimo la dipendenza dalle proteine di origine animale, garantirebbero un apporto bilanciato senza contribuire alla nausea scatenata da odori alimentari specifici.

 

- Lipidi: dovrebbero rappresentare il 20-35% dell'apporto energetico totale, concentrandosi su fonti insature, come olio d'oliva, noci, semi e avocado. 

Un'eccessiva assunzione di grassi saturi rallenterebbe lo svuotamento gastrico, aggravando la nausea. 

Inoltre, l'inclusione di acidi grassi essenziali, in particolare gli omega-3 del pesce, supporterebbe percorsi antinfiammatori, mitigando potenzialmente lo stress ossidativo associato a NVP.

 

- Vitamine: le prove supporterebbero il ruolo della vitamina D (15 µg/giorno) e della vitamina B6 (30 a 40 mg/giorno) come trattamento altamente efficace e ben tollerato per la nausea e il vomito in gravidanza (NVP), con riduzioni costanti della gravità dei sintomi. L'azione biomolecolare della vitamina B6 coinvolge la sintesi di neurotrasmettitori, tra cui serotonina e acido gamma-ammino-butirrico (GABA), nonché la modulazione ormonale, che potrebbe alleviare nausea e vomito. 

Mentre le vitamine B1, B2, B12 e B9 mostrerebbero meno effetti diretti sulla NVP, contribuendo alla salute materna generale e alleviando indirettamente i sintomi. 

La carenza di vitamina B12 (2,4 µg/giorno) sarebbe notevolmente collegata all'aumento della gravità della NVP, sottolineando la necessità di un apporto adeguato. 

Le proprietà antiossidanti delle vitamine E e C (~85 mg/giorno) contribuirebbero ulteriormente al benessere materno, attenuando lo stress ossidativo legato a nausea e vomito.

 

- Minerali: le prove attuali suggeriscono che zinco (30 mg/giorno) e potassio sembrerebbero inversamente correlati alla prevalenza di NVP e il ruolo del selenio (60–70 µg/giorno) nel supporto antiossidante potrebbe offrire ulteriori benefici. 

Mentre ferro, calcio e fosforo supporterebbero principalmente la salute materna generale senza influenzare direttamente NVP. 

Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire i ruoli di questi minerali nella gestione di NVP e per guidare le raccomandazioni dietetiche per le donne incinte.

- Specifici modelli dietetici: in particolare quelli ricchi di proteine magre, frutta, verdura e cereali ricchi di fibre, potrebbero fornire un sollievo sintomatico per la NVP. 

Le diete ricche di fibre, insieme a proteine magre e frutta e verdura che supportano l'idratazione, potrebbero offrire potenziali interventi dietetici per alleviare la nausea e stabilizzare la salute digestiva durante la gravidanza. 

Al contrario, alti livelli di zucchero e alcune bevande potrebbero esacerbare i sintomi, sottolineando l'importanza di modelli dietetici equilibrati nella gestione della NVP.

 

- Estratti botanici: lo zenzero (500 mg a 1 g/giorno) rappresenterebbe un'opzione efficace e sicura per ridurre la nausea e il vomito in gravidanza, mostrando un'efficacia paragonabile agli antiemetici convenzionali, come la vitamina B6 e il dimenidrinato. I suoi composti bioattivi, come gingeroli e shogaoli, eserciterebbero effetti antinfiammatori e procinetici, agendo come antagonisti del recettore della serotonina nel tratto gastrointestinale, contribuendo alle sue proprietà antiemetiche.

Infine, limitare l'assunzione di alcune sostanze, come sodio a meno di 1 g/giorno e caffeina a 200 mg/giorno (circa 1-2 tazze di tè o caffè), supporterebbe la salute cardiovascolare e aiuterebbe a gestire il disagio generale correlato alla gravidanza

 

Link all'articolo: https://doi.org/10.3390/foods14030373  

Esempio di settimana nutrizionale: https://www.mdpi.com/article/10.3390/foods14030373/s1