Composizione Corporea, Disponibilità Energetica e Disturbi Alimentari negli Atleti Giovani: Cosa Dice la Scienza

La relazione tra disponibilità energetica, disturbi alimentari e conoscenza nutrizionale negli atleti è un tema cruciale per chi si occupa di nutrizione sportiva. 

Uno studio recente pubblicato su Nutrients evidenzia come molti giovani atleti siano a rischio di bassa disponibilità energetica (LEA) e di disturbi alimentari, con implicazioni significative per la salute e le performance.

 

Bassa Disponibilità Energetica (LEA): un problema sottostimato

La LEA si verifica quando l’energia ingerita non è sufficiente a coprire il dispendio energetico necessario per sostenere le funzioni fisiologiche di base e l’attività fisica. 

Questo squilibrio può portare a una serie di conseguenze negative, tra cui la riduzione della densità minerale ossea, con un aumento del rischio di fratture, e la compromissione del sistema immunitario, che rende l’atleta più vulnerabile alle infezioni. Inoltre, nelle atlete femmine, si possono verificare alterazioni del ciclo mestruale come l’amenorrea, mentre a livello generale si osserva una diminuzione della performance atletica dovuta a una ridotta energia disponibile.

Lo studio ha riscontrato che oltre la metà delle atlete femmine analizzate (‎52,1%) è a rischio di LEA. 

Questi dati sono particolarmente preoccupanti per gli sport di endurance, estetici o con categorie di peso, che si dimostrano essere i gruppi più vulnerabili.

 

Disturbi Alimentari: prevalenza e fattori di rischio

Il rischio di disturbi alimentari è particolarmente elevato nelle atlete femmine, con una prevalenza del 68,6%, rispetto al 42,9% degli atleti maschi. 

Questa vulnerabilità è spesso legata a fattori culturali e sociali, come le aspettative estetiche e la pressione a mantenere un corpo magro. 

Tra i comportamenti a rischio emergono restrizioni alimentari eccessive, esercizio fisico compulsivo utilizzato come metodo di compensazione, e una dissociazione tra immagine corporea percepita e reale, che porta a insoddisfazione.

Fattori come l'insoddisfazione per l'immagine corporea e le pressioni culturali giocano un ruolo significativo, soprattutto negli sport che enfatizzano una bassa percentuale di grasso corporeo. 

Le conseguenze fisiologiche possono includere alterazioni ormonali e danni alla salute ossea, mettendo a rischio non solo la carriera sportiva, ma anche la salute a lungo termine degli atleti.

 

Conoscenza Nutrizionale negli Atleti

Un altro punto critico emerso dallo studio è la scarsa conoscenza nutrizionale specifica per lo sport. 

Gli atleti, indipendentemente dal livello competitivo, mostrano una comprensione limitata delle strategie nutrizionali necessarie per migliorare la performance. 

Questo si traduce spesso in errori significativi, come un apporto insufficiente di carboidrati ed energia necessari per sostenere allenamenti intensi e favorire il recupero.

In particolare, gli atleti rispondono meglio alle esigenze nutrizionali quando sono adeguatamente informati. 

La formazione su alimentazione e sport può portare a scelte alimentari più consapevoli, con un aumento del consumo di alimenti ricchi di nutrienti come frutta, verdura, proteine magre e cereali integrali. 

Al contrario, una scarsa conoscenza è spesso correlata a un maggiore consumo di alimenti poco salutari, come zuccheri semplici e grassi saturi.

 

Barriere alla corretta alimentazione negli atleti

Molti giovani atleti si trovano ad affrontare ostacoli significativi nel soddisfare le loro esigenze nutrizionali. 

Tra le principali difficoltà emergono la mancanza di tempo per la preparazione dei pasti, spesso legata agli impegni scolastici e sportivi, e i limiti economici, che riducono l'accesso a cibi di alta qualità. 

Inoltre, l'insufficiente supporto educativo da parte di allenatori e genitori contribuisce a perpetuare abitudini alimentari inadeguate. 

Spesso manca anche l’accesso a professionisti della nutrizione, figure chiave per fornire indicazioni personalizzate che possano fare la differenza nella performance e nella salute degli atleti.

 

Come agire come professionisti della nutrizione?

Per affrontare efficacemente questi problemi, è fondamentale un approccio strutturato. 

Gli strumenti di screening precoce, come il LEAF-Q, sono essenziali per identificare gli atleti a rischio e intervenire tempestivamente. 

Parallelamente, programmi di educazione nutrizionale su misura possono migliorare significativamente le conoscenze degli atleti, fornendo loro le competenze per adottare strategie di alimentazione ottimali. 

L’integrazione di un approccio multidisciplinare, che coinvolga dietisti, psicologi e medici dello sport, rappresenta una strategia vincente per supportare la salute e il benessere degli atleti.

 

Conclusioni

Questo studio sottolinea l'importanza di un intervento tempestivo per prevenire complicazioni a lungo termine legate a LEA e disturbi alimentari. 

Educare giovani atleti e il loro entourage sulle strategie nutrizionali appropriate è fondamentale per garantire il successo sportivo e la salute.

Con programmi di educazione nutrizionale mirati e un supporto interdisciplinare, è possibile migliorare significativamente la qualità della vita e la performance di questi giovani atleti, contribuendo a creare un ambiente sportivo più sano e consapevole.

 

Link all’articolo completo: https://www.mdpi.com/2072-6643/15/6/1502