Disturbi gastrointestinali negli atleti - Cause e prevenzione

Disturbi gastrointestinali: tipologia e possibili cause


I disturbi gastrointestinali durante l’esercizio fisico o le competizioni sono più comuni di quanto si creda, infatti ne soffre dal 30% al 70% degli atleti, in particolar modo ciclisti, runners e pesisti. La severità del sintomo aumenta all’aumentare della durata e dell’intensità dell’esercizio e si esacerbano se l’atleta si trova in uno stato di idratazione non ottimale.
Le cause sono moltissime probabilmente proprio a causa della eterogeneità di tali disturbi.
 
Innanzitutto, c’è da dire che l’intestino, oltre ad avere un suo insieme di neuroni (che nel complesso prendono il nome di sistema nervoso enterico), è innervato dalle branche simpatica e parasimpatica del sistema nervoso autonomo.
Durante l’esercizio la stimolazione simpatica determina una vasocostrizione splancnica, che aumenta la resistenza vascolare in tale sito. Dal momento che la maggior parte del sangue sarà direzionato verso i muscoli che lavorano, si verifica una ipoperfusione splancnica che può essere di lieve entità fino ad arrivare a piccole ischemie intestinali. Tali effetti sono peggiorati in condizioni di idratazione non ottimale.
 
Le sintomatologie più comuni includono: nausea, reflusso gastroesofageo, crampi addominali, diarrea e dolori addominali transienti correlati all’esercizio (ETAP).
 
L’esercizio è connesso anche a cambiamenti della mobilità e dell’integrità di tutto il tratto gastrointestinale:

  • Diminuisce l’attività di peristalsi esofagea, il tono dello sfintere esofageo inferiore (LES) e aumentano gli episodi di rilascio transiente di quest’ultimo, che potrebbero essere causa di reflusso durante l’esercizio.
  • A livello gastrico, lo svuotamento dello stomaco viene compromesso a intensità elevate, mentre sembra non subire sostanziali cambiamenti a intensità lievi o moderate.
  • A livello intestinale l’assorbimento risulta compromesso all’aumentare dell’intensità, dal momento che durante l’esercizio l’afflusso di sangue in questa zona tenderà a diminuire.
  • Intensità elevata e lunga durata sono connesse anche a un aumento della permeabilità intestinale, causata da danni ai complessi multi-proteici (claudina e occludina) delle tight junction e compromissione della funzioalità delle proteine che regolano tali complessi, come le zona-occludens.

Anche gli aspetti psicologici giocano un ruolo importante: stati di ansia e agitazione possono compromettere motilità e secrezione dell’apparato gastrointestinale, dal momento che esiste un asse di comunicazione bidirezionale tra sistema nervoso e intestino (gut-brain-axis).
 
 

Prevenzione dei disturbi gastrointestinali: consigli dietetici

 
Sicuramente gli aspetti nutrizionali hanno un forte impatto sull’intestino durante l’allenamento o la competizione. Se l’intensità è un potenziale trigger sul quale difficilmente si può lavorare, pena perdere la competizione o compromettere la programmazione, modifiche dello stile dietetico possono cercare di minimizzare i rischi associati.
 
Innanzitutto, non è da sottovalutare la capacità di adattabilità del sistema gastrointestinale. Anche se la maggior parte degli studi è stata effettuata su modelli animali, sembra che l’intestino abbia ottime capacità di adattamento nella gestione di fluidi e nutrienti e di imparare a sopportare stressor maggiori (es. allenarsi dopo un pasto).
In particolare, lo svuotamento gastrico può essere ottimizzato in maniera nutriente-specifica entro pochi giorni dalla manipolazione dietetica. Così come lo svuotamento gastrico, anche l’assorbimento intestinale sembra essere ‘’plastico’’: ad esempio ‘’allenare’’ l’intestino a gestire introiti maggiori di carboidrati, sembrerebbe determinare una up-regulation dei trasportatori responsabili all’uptake dei carboidrati stessi, SLGT-1.
Alcune cellule locali (cellule L e K) esprimono recettori T1R2 e T1R3, i quali identificano gli zuccheri presenti nel lume e sono accoppiati alla proteina G gustducina. Una volta attivati, determinano una cascata di eventi che a valle promuovono l’up-regulation del trasportatore SGLT-1.
 
A livello dietetico è consigliabile evitare pasti troppo copiosi prima dell’allenamento o della competizione se l’atleta non è adeguatamente adattato e diminuire l’introito di proteine e grassi in prossimità dell’evento stesso. In tal caso è opportuno spostarsi su amminoacidi essenziali (EAA) e/o proteine idrolizzate.
Alimenti e bevande dovrebbero avere una temperatura adeguata, né troppo caldi, né troppo freddi e occorre prestare attenzione alla densità energetica (kcal/g) e osmolarità delle bevande somministrate, specialmente se la concentrazione degli zuccheri presenti supera le capacità di saturazione dei trasportatori.
L’utilizzo del fruttosio deve essere ragionato: se combinato ad altri carboidrati che non condividono lo stesso trasportatore può migliorare l’efficienza di assorbimento e ossidazione dei carboidrati durante l’esercizio, ma se viene superata la dose massima assorbibile, determinerà problematiche gastrointestinali, come crampi e diarrea.
È sconsigliato l’utilizzo dei FANS ed è consigliata una manipolazione di fibre e FODMAPs nelle ore, o in casi particolari, nei giorni prima di una competizione o allenamento.
Infine, prestare attenzione all’idratazione dell’atleta: occorre che arrivi alla competizione o all’allenamento normoidratato e mantenga, per quanto possibile, tale condizione senza sovraccaricare di fluidi l’apparato gastrointestinale.


 
 
 

Approfondimenti

 
Coleman N. Gastrointestinal Issues in Athletes. Curr Sports Med Rep. 2019 Jun;18(6):185-187.
 
Costa, RJS, Snipe, RMJ, Kitic, CM, Gibson, PR. Systematic review: exercise‐induced gastrointestinal syndrome—implications for health and intestinal disease. Aliment Pharmacol Ther. 2017; 46: 246– 265.
 
de Oliveira EP, Burini RC, Jeukendrup A. Gastrointestinal complaints during exercise: prevalence, etiology, and nutritional recommendations. Sports Med. 2014 May;44 Suppl 1(Suppl 1):S79-85.
 
Simons SM, Kennedy RG. Gastrointestinal problems in runners. Curr. Sports Med. Rep. 2004; 3:112–6.
 
Waterman JJ, Kapur R. Upper gastrointestinal issues in athletes. Curr. Sports Med. Rep. 2012; 11:99–104.