L'influenza del sonno sulla percezione del gusto: implicazioni per la nutrizione

La relazione tra sonno e alimentazione è un tema di crescente interesse nel campo della nutrizione. Secondo una recente revisione sistematica pubblicata sul Journal of Sleep Research, esistono connessioni significative tra la qualità del sonno e la percezione del gusto, con potenziali ripercussioni sulle scelte alimentari e, di conseguenza, sul peso corporeo e sull'obesità.

La problematica dell'obesità e del sonno insufficiente

L'obesità rappresenta un problema di salute pubblica in continua crescita. Secondo il World Obesity Atlas del 2022, nel 2010 circa 511 milioni di adulti vivevano con obesità, con proiezioni che indicano un aumento a 892 milioni entro il 2025 e 1.025 milioni entro il 2030. Parallelamente, si assiste a un incremento dei problemi legati al sonno: le statistiche più recenti suggeriscono che la prevalenza internazionale di adulti che non raggiungono le 7 ore di sonno raccomandate varia dal 10% al 60%, a seconda della popolazione esaminata e dei metodi utilizzati.

Esistono collegamenti ben stabiliti tra obesità e problemi del sonno, documentati sia da studi epidemiologici che sperimentali. Tra i meccanismi identificati, vi è la disregolazione degli ormoni dell'appetito (leptina e grelina) dopo un sonno insufficiente, che può contribuire all'aumento di peso inducendo un maggiore apporto energetico.

L'impatto del sonno sulla percezione del gusto

Un meccanismo potenzialmente rilevante attraverso cui il sonno può influenzare il peso corporeo riguarda le alterazioni del gusto. Il gusto contribuisce in modo significativo al sapore di cibi e bevande, e il sapore è un fattore determinante nella scelta degli alimenti. La revisione sistematica ha analizzato 13 studi che hanno esaminato la relazione tra sonno e funzione gustativa.

I risultati principali indicano che:

  • Gusto dolce: La percezione edonica del gusto dolce sembra essere influenzata negativamente dal sonno breve quando vista in un'ottica di salute. In particolare, la concentrazione di dolce preferita aumenta al diminuire della durata del sonno. Questo è stato rilevato sia in studi osservazionali che in studi di intervento.
  • Gusto salato: La sensibilità al gusto salato e le risposte edoniche sembrano essere relativamente inalterate da un sonno insufficiente, ma sono necessari ulteriori studi.
  • Altri gusti: Le evidenze solide sulle altre qualità gustative (acido, amaro, umami) non sono disponibili al momento. La maggior parte degli studi non ha valutato questi gusti.

Meccanismi potenziali

Diversi meccanismi potrebbero spiegare come il sonno insufficiente possa alterare la percezione del gusto:

  • Cambiamenti nell'elaborazione sensoriale
  • Aumento della reattività agli stimoli emotivi positivi
  • Iperreattività agli stimoli alimentari
  • Aumento della motivazione alla ricompensa

Questi fattori potrebbero portare a preferire alimenti più dolci dopo una notte di sonno ridotto, aumentando il desiderio di cibi ad alto contenuto calorico.

Implicazioni per la pratica nutrizionale

Queste scoperte hanno importanti implicazioni per i professionisti della nutrizione:

  1. Valutazione del sonno: Includere domande sulla qualità e quantità del sonno nella valutazione nutrizionale dei pazienti, soprattutto quelli con problemi di peso.
  2. Educazione alimentare: Informare i pazienti sui potenziali effetti del sonno insufficiente sulle preferenze alimentari, in particolare per i cibi dolci.
  3. Strategie integrate: Sviluppare approcci che considerino sia l'alimentazione che il sonno per la gestione del peso.
  4. Personalizzazione degli interventi: Adattare le raccomandazioni nutrizionali tenendo conto della qualità del sonno individuale.
  5. Monitoraggio: Valutare regolarmente sia i parametri alimentari che quelli del sonno per ottimizzare i risultati degli interventi nutrizionali.

Limitazioni e prospettive future

La revisione ha evidenziato un'eterogeneità sia nelle misurazioni del sonno che in quelle del gusto utilizzate nei diversi studi. Sono necessarie ulteriori ricerche che utilizzino protocolli standardizzati e che valutino tutti i gusti fondamentali, compreso l'umami che è stato raramente studiato.

Le future indagini dovrebbero anche esplorare le differenze individuali nella risposta del gusto alle alterazioni del sonno e le implicazioni a lungo termine di queste alterazioni sulle scelte alimentari e sul peso corporeo.

In conclusione, il sonno rappresenta un fattore spesso trascurato ma potenzialmente cruciale nella comprensione delle scelte alimentari. L'integrazione di strategie per migliorare il sonno potrebbe rappresentare un approccio complementare alle tradizionali indicazioni dietetiche nel trattamento dell'obesità e dei disturbi dell'alimentazione.

 

Link all'articolo: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38888109/