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Il digiuno intermittente nello sport: effetti sulle prestazioni atletiche e sulla composizione corporea

Il digiuno intermittente rappresenta oggi una delle strategie nutrizionali più discusse e praticate nel mondo dello sport e del fitness. Con l'aumentare della sua popolarità tra atleti professionisti e amatori, emerge la necessità di comprendere scientificamente i suoi effetti reali sulle prestazioni sportive e sulla salute degli atleti.

Una recente revisione sistematica pubblicata su Nutrients ha analizzato 25 studi scientifici per fare chiarezza su questa tematica, esaminando gli effetti del digiuno intermittente su capacità aerobica, anaerobica, forza, potenza e composizione corporea negli atleti.

Metodologie del digiuno intermittente negli atleti

La ricerca ha evidenziato che la forma più comune di digiuno intermittente utilizzata negli studi è il time-restricted feeding (TRF) con finestra di digiuno di 16 ore e finestra alimentare di 8 ore (protocollo 16:8). Questo approccio è stato seguito dalla maggior parte degli studi analizzati, mentre altri hanno esaminato protocolli 14:10 durante il periodo del Ramadan e forme di digiuno notturno.

Alcuni studi hanno integrato il digiuno intermittente con supplementazione specifica, utilizzando idrossi metil butirrato (HMB) e diverse tipologie di proteine del siero del latte. Questa varietà di approcci riflette la necessità di personalizzare il protocollo in base alle esigenze specifiche dell'atleta e della disciplina sportiva praticata.

Effetti sulla composizione corporea: il vantaggio più evidente

I risultati più consistenti del digiuno intermittente riguardano la composizione corporea. La revisione dimostra che il digiuno intermittente produce benefici metabolici significativi, influenzando positivamente la riduzione della massa grassa e il mantenimento della massa muscolare.

Gli studi hanno documentato una riduzione significativa del peso corporeo e della percentuale di grasso, elementi che possono tradursi in vantaggi prestazionali per molte discipline sportive. Particolarmente interessante è il fatto che questa riduzione della massa grassa avviene senza compromettere la massa magra, aspetto fondamentale per gli atleti che necessitano di mantenere la propria forza e potenza muscolare.

Una ricerca condotta su 14 donne attive che combinavano TRF con allenamento ad alta intensità (HIIT) ha mostrato una diminuzione significativa del grasso corporeo nel gruppo che seguiva il digiuno, con una restrizione calorica non volontaria del 10-20% settimanale. Questo dato suggerisce che il digiuno intermittente possa facilitare naturalmente il controllo dell'apporto calorico.

Prestazioni aerobiche: stabilità senza compromessi

Per quanto riguarda la capacità aerobica, gli studi analizzati mostrano risultati rassicuranti. Test specifici come prove ciclistiche di 20 minuti, test da 10 km, test su treadmill e prove al 45% della potenza massima non hanno evidenziato differenze significative nelle prestazioni tra atleti che seguivano protocolli di digiuno intermittente e gruppi di controllo.

Questo aspetto è particolarmente rilevante per gli atleti di endurance, che possono considerare il digiuno intermittente come strategia per il controllo del peso senza temere compromissioni delle loro capacità di resistenza. La stabilità delle prestazioni aerobiche suggerisce che l'organismo riesce ad adattarsi efficacemente ai periodi di restrizione alimentare senza perdere efficienza nel metabolismo energetico durante l'esercizio prolungato.

Capacità anaerobiche e forza: mantenimento delle prestazioni

Anche per le prestazioni anaerobiche, i risultati sono incoraggianti. Test come il Wingate test, prove di sprint ripetuti e esercizi submassimali non hanno mostrato deterioramenti significativi nelle prestazioni degli atleti che seguivano protocolli di digiuno intermittente.

Riguardo alla forza muscolare e alla potenza, otto studi hanno valutato questi parametri attraverso test di forza massimale, resistenza muscolare e misurazioni di potenza di picco. I risultati indicano che il digiuno intermittente non solo mantiene i livelli di forza, ma in alcuni casi può portare a miglioramenti della potenza massimale, probabilmente correlati alla riduzione del peso corporeo e all'ottimizzazione del rapporto potenza-peso.

Benefici metabolici e markers di salute

Oltre agli effetti sulla composizione corporea e sulle prestazioni, il digiuno intermittente dimostra benefici significativi sui markers metabolici e infiammatori. Gli studi hanno documentato miglioramenti nella sensibilità insulinica, riduzione dei livelli di glucosio ematico e modulazione positiva dei lipidi plasmatici.

Particolarmente interessanti sono i risultati relativi all'adiponectina, un ormone che regola il metabolismo glucidico e lipidico. Uno studio su 34 uomini allenati ha evidenziato un aumento dei livelli di adiponectina e una diminuzione della leptina nel gruppo che seguiva TRF. Livelli più elevati di adiponectina sono associati a una migliore sensibilità insulinica nel tessuto adiposo e a una riduzione dello stress ossidativo.

Il digiuno intermittente sembra anche influenzare positivamente i markers infiammatori. In un gruppo di ciclisti d'élite, l'interleuchina-6 (IL-6) è diminuita nel gruppo TRF, mentre il rapporto neutrofili-linfociti, un biomarcatore di infiammazione sistemica, si è ridotto significativamente solo nel gruppo che seguiva il digiuno intermittente.

Il caso particolare del Ramadan

La revisione ha dedicato particolare attenzione al digiuno durante il Ramadan (protocollo 14:10), che presenta caratteristiche uniche rispetto ad altre forme di digiuno intermittente. Durante questo periodo, oltre alla restrizione temporale del cibo, viene limitata anche l'assunzione di liquidi dalle prime luci dell'alba al tramonto.

Gli studi mostrano che il Ramadan può causare effetti negativi sulle prestazioni, particolarmente evidenti negli atleti d'élite rispetto agli amatori. Questi effetti sembrano correlati non solo alla restrizione alimentare, ma anche alle alterazioni del sonno, dell'idratazione e dei ritmi circadiani. È stato osservato un calo significativo nel test YO-YO, che misura il VO2 max, indicando una possibile compromissione della capacità aerobica massimale.

Meccanismi adattativi e timing nutrizionale

L'efficacia del digiuno intermittente sembra essere strettamente correlata al timing di applicazione e al tipo di popolazione. I risultati indicano che il digiuno è più efficace nel medio-lungo termine rispetto al breve termine, sottolineando l'importanza dell'aderenza al protocollo per ottenere benefici significativi.

È importante notare che in molti studi la restrizione calorica accompagna naturalmente il digiuno intermittente, rendendo difficile distinguere gli effetti specifici del timing alimentare da quelli della riduzione calorica. Tuttavia, alcuni studi mostrano una maggiore aderenza alla dieta nei soggetti che seguono piani nutrizionali con digiuno intermittente rispetto a diete senza restrizioni temporali.

Considerazioni pratiche per l'applicazione

La ricerca suggerisce che il digiuno intermittente può essere considerato una strategia nutrizionale appropriata per atleti che desiderano controllare la massa magra e ridurre la massa grassa. Il protocollo 16:8 emerge come il più studiato e apparentemente il più tollerabile per la maggior parte degli atleti.

L'miglioramento della composizione corporea può tradursi in vantaggi prestazionali, specialmente in discipline dove il rapporto potenza-peso è determinante. La riduzione del peso corporeo, se ottenuta principalmente attraverso la perdita di massa grassa, può migliorare l'efficienza metabolica e la capacità di resistenza.

Tuttavia, è fondamentale considerare che l'applicazione del digiuno intermittente negli atleti richiede un approccio individualizzato, tenendo conto della disciplina sportiva, del livello di allenamento, degli obiettivi specifici e della tolleranza individuale. La supervisione di professionisti qualificati risulta essenziale per massimizzare i benefici e minimizzare i rischi.

Limitazioni della ricerca attuale e prospettive future

La revisione evidenzia alcune limitazioni importanti nella letteratura scientifica attuale. La varietà di protocolli utilizzati, la diversità delle popolazioni studiate e la breve durata di molti studi rendono difficile stabilire raccomandazioni definitive.

Molte ricerche si concentrano su effetti a breve termine, mentre è emerso che i benefici del digiuno intermittente sono più evidenti nel medio-lungo periodo. Inoltre, la diversità negli sport praticati, nelle età dei partecipanti e nelle modalità di valutazione complica la generalizzazione dei risultati.

La ricerca futura dovrebbe concentrarsi su studi a lungo termine con popolazioni più omogenee di atleti, utilizzando protocolli standardizzati e misurazioni uniformi delle prestazioni. Particolare attenzione dovrebbe essere dedicata agli effetti del digiuno notturno e alle differenze tra diverse durate delle finestre di digiuno.

 

Link all'articolo: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38201996/ 

 

Per approfondire: 

Corso online “Digiuno intermittente / Intermittent fasting” https://scuolanutrizionesalernitana.it/corsi/338