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La dieta mediterranea nella prevenzione di sarcopenia e fragilità negli anziani

La sarcopenia e la fragilità rappresentano due condizioni strettamente interconnesse che affliggono una percentuale significativa della popolazione anziana, con tassi di prevalenza che variano dal 4% al 59% per la fragilità e dal 5% al 10% per la sarcopenia nella popolazione generale over 65. Queste percentuali aumentano drammaticamente in presenza di patologie croniche, raggiungendo rispettivamente il 75% e il 47% in pazienti con scompenso cardiaco, neoplasie e demenza.

Il ruolo della malnutrizione nel declino funzionale

La malnutrizione emerge come fattore critico nello sviluppo di sarcopenia e fragilità, colpendo fino al 30-50% degli anziani ospedalizzati o istituzionalizzati. I cambiamenti fisiologici legati all'età, le malattie croniche e i fattori sociali contribuiscono significativamente al declino nutrizionale, determinando una compromissione della risposta immunitaria e un aumento della morbidità e mortalità. La relazione tra stato nutrizionale e funzionalità muscolare è bidirezionale: un'inadeguata assunzione di nutrienti può precipitare o esacerbare sia la sarcopenia che la fragilità, mentre queste condizioni a loro volta aggravano lo stato nutrizionale creando un circolo vizioso difficile da interrompere.

Attualmente è ben stabilito che l'intervento nutrizionale più efficace si ottiene attraverso pattern dietetici salutari che forniscono un'ampia varietà di nutrienti, piuttosto che mediante la prescrizione isolata di vitamine, nutrienti o oligoelementi. In questo contesto, la dieta mediterranea si distingue come uno dei modelli alimentari più completi e salutari, con numerosi effetti benefici documentati nella prevenzione di diverse patologie.

Caratteristiche e componenti della dieta mediterranea

La dieta mediterranea si caratterizza per un elevato consumo di alimenti di origine vegetale, l'utilizzo dell'olio d'olivacome principale fonte di grassi e un consumo moderato di pesce, latticini, pollame e uova. Il vino viene consumato con moderazione, mentre carni rosse, carni processate e alimenti zuccherati sono limitati. La maggior parte di questi alimenti è ricca di antiossidanti e molecole antinfiammatorie, oltre che di acidi grassi omega-3, componenti ritenuti responsabili degli effetti benefici ben documentati di questo pattern alimentare.

La valutazione dell'aderenza alla dieta mediterranea può essere effettuata mediante diverse scale. Il Mediterranean Diet Score (MDS) è una scala a 10 punti dove ciascuna delle nove componenti specificate riceve un punteggio di 0 o 1. Per componenti benefici come verdure, legumi, frutta, noci, cereali e pesce, gli individui con consumo inferiore alla mediana ricevono 0 punti, mentre quelli con consumo pari o superiore alla mediana ricevono 1 punto. Altri strumenti validati includono il questionario PREDIMED a 14 item e il Mediterranean Diet Adherence Screener (MEDAS), dove un punteggio ≥10 suggerisce alta aderenza, 6-9 moderata aderenza e ≤5 bassa aderenza.

Evidenze scientifiche sulla prevenzione della sarcopenia

Una recente revisione narrativa ha analizzato 13 studi comprendenti 87.884 anziani (età 65-86 anni) provenienti da Spagna, Italia, Corea, Israele, Brasile e altri paesi europei. I risultati suggeriscono che l'aderenza alla dieta mediterranea, particolarmente quando combinata con attività fisica, può migliorare la composizione corporea e la salute cardiometabolica, riducendo gli indicatori di sarcopenia negli anziani obesi.

Lo studio PREDIMED-Plus ha applicato un intervento multicomponente a una coorte di anziani con sindrome metabolica, sottoponendo il gruppo di intervento a una dieta mediterranea ipocalorica (includente olio d'oliva e noci) insieme alla promozione dell'attività fisica (almeno 150 minuti di esercizio moderato-vigoroso settimanale) e supporto comportamentale. Dopo un anno, il gruppo di intervento aveva perso in media 3,2 kg rispetto a 0,7 kg nel gruppo di controllo, con il 33% dei partecipanti che aveva raggiunto una perdita di peso ≥5% (versus 11,9% nel gruppo di controllo). Dopo tre anni, i partecipanti hanno mostrato ulteriori riduzioni della massa grassa totale (-0,38%) e del grasso viscerale (-70,4 g), oltre a una migliore ritenzione di massa magra (+0,34%).

Uno studio coreano condotto su 3.675 anziani ha esaminato la relazione tra qualità della dieta e forza di presa (hand grip strength, HGS) utilizzando tre indici: il Korean Healthy Eating Index (KHEI), l'Alternate Mediterranean Diet (aMED) e il Dietary Approaches to Stop Hypertension (DASH). I risultati hanno mostrato che una qualità dietetica superiore era associata a un rischio inferiore del 32-53% di bassa forza di presa negli anziani coreani, suggerendo che la forza di presa possa fungere da marker di pre-sarcopenia.

Dieta mediterranea e funzionalità fisica

Gli interventi nutrizionali basati sulla dieta mediterranea sono stati associati a miglioramenti di diverse funzioni fisiche. Uno studio controllato randomizzato di 12 settimane che combinava yoga e dieta mediterranea ha portato a miglioramenti significativi nella flessibilità (Cohen's d = 0,37-0,64) e nella forza (Cohen's d = 0,39-0,81) nei partecipanti anziani, con benefici osservati sia nelle misure di forza e flessibilità della parte superiore che inferiore del corpo.

Una meta-analisi condotta su 19.734 anziani residenti in comunità e istituzionalizzati senza disabilità o demenza ha dimostrato che l'elevata aderenza alla dieta mediterranea era associata a migliore velocità di cammino, forza muscolare del ginocchio e cognizione globale (p < 0,01 per tutti). Tuttavia, l'analisi di 34 studi longitudinali includenti 98.315 persone residenti in comunità con un follow-up medio di 3-12,6 anni ha mostrato una migliore cognizione globale ma nessun miglioramento significativo dei problemi di mobilità.

Uno studio israeliano su 117 pazienti ha esaminato la relazione tra aderenza alla dieta mediterranea e funzione fisica in anziani con diabete di tipo 2. La ricerca ha rilevato che una maggiore aderenza alla dieta mediterranea era associata a migliori indici di funzione fisica, come mobilità e forza migliorate, misurate attraverso test del cammino di 6 e 10 minuti (p = 0,001 e p = 0,02), Berg Balance Scale (p < 0,001) e altri parametri funzionali.

Prevenzione della fragilità

Una meta-analisi che ha incluso 11 studi di coorte per un totale di 106.615 persone over 60 seguite per un anno ha analizzato la relazione tra aderenza alla dieta mediterranea e incidenza di fragilità. Gli autori hanno osservato una riduzione del 45% nell'incidenza di fragilità nei pazienti con elevata aderenza rispetto a quelli con bassa aderenza, suggerendo una relazione inversamente proporzionale. L'effetto antinfiammatorio di diverse componenti chiave della dieta (verdure, olio extravergine d'oliva e frutta) potrebbe essere responsabile di questo effetto benefico.

Un ampio studio condotto su 21.643 donne britanniche seguite per 13 anni ha identificato 14.838 soggetti (68,6%) come fragili utilizzando l'hospital frailty risk score. In questa coorte, le donne con elevata aderenza alla dieta mediterranea presentavano un rischio inferiore di fragilità (HR = 0,89, 95% IC: 0,85-0,94), mentre l'aderenza moderata mostrava comunque un modesto effetto protettivo (HR = 0,95, 95% IC: 0,91-0,99).

Particolarmente interessante è uno studio europeo che ha esaminato l'effetto di un intervento di un anno con dieta mediterranea sul microbioma intestinale in 612 anziani europei residenti in comunità (età 65-79 anni). Gli autori concludono che questo pattern dietetico può modificare il microbioma intestinale, il quale a sua volta ha il potenziale di promuovere un invecchiamento più sano e ridurre la fragilità attraverso la riduzione dei marcatori infiammatori e la promozione di un microbioma più salutare.

Qualità delle evidenze e limitazioni

Nonostante i risultati promettenti, è importante sottolineare che la maggior parte degli studi inclusi nelle revisioni sono studi trasversali con campioni di dimensioni ridotte, rendendo difficile stabilire una relazione causale tra aderenza alla dieta mediterranea e minore incidenza di fragilità o sarcopenia. Inoltre, i ricercatori utilizzano criteri diversi per definire fragilità e sarcopenia e per valutare l'aderenza alla dieta mediterranea, rendendo difficile trarre conclusioni applicabili a tutta la popolazione anziana.

La funzione fisica viene valutata utilizzando parametri diversi (forza di presa, velocità di cammino, test chair-stand) e la popolazione arruolata è eterogenea, con sovrarappresentazione delle donne e un range di età molto variabile (60-86 anni). Esiste inoltre un potenziale bias di recall quando vengono utilizzati questionari auto-riferiti per valutare l'aderenza alla dieta mediterranea, che potrebbero sovra o sottostimare sia l'aderenza che l'assunzione nutrizionale.

Nonostante queste limitazioni, l'evidenza disponibile suggerisce che la dieta mediterranea, specialmente quando combinata con attività fisica, potrebbe essere un modo efficace per prevenire o ritardare sarcopenia e fragilità nelle persone anziane. Tuttavia, la qualità delle evidenze attuali è da bassa a moderata, rendendo necessari studi longitudinali di intervento ben disegnati e focalizzati sulla popolazione anziana per confermare queste associazioni preliminari.

Se questi risultati fossero confermati da studi di intervento, una terapia non farmacologica multicomponente comprendente dieta mediterranea ed esercizio fisico potrebbe essere utilizzata per ritardare la sarcopenia e migliorare la funzione muscolare negli anziani, rappresentando il modo più efficace per promuovere un invecchiamento sano e ritardare l'insorgenza della fragilità nella terza età.

 

Link all'articolo: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/40431482/

 

Per approfondire: Seminario online “L'Alimentazione nel paziente anziano

https://scuolanutrizionesalernitana.it/seminari/lalimentazione-nel-paziente-anziano