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Nutraceutici e malattia di Parkinson: un ponte tra nutrizione e neuroprotezione

La malattia di Parkinson rappresenta una delle sfide più complesse della medicina moderna. Questa patologia neurodegenerativa colpisce progressivamente i neuroni dopaminergici nella substantia nigra, manifestandosi con sintomi motori come tremore, rigidità e instabilità posturale, accompagnati da un declino cognitivo che compromette profondamente la qualità di vita. Mentre le terapie farmacologiche convenzionali si concentrano sulla sostituzione della dopamina, negli ultimi anni si è acceso un crescente interesse verso approcci integrativi capaci di agire sui meccanismi patogenetici alla base della malattia.

È proprio in questo scenario che i nutraceutici emergono come strategia complementare promettente. Questi composti naturali, che uniscono proprietà nutrizionali e farmaceutiche, offrono la possibilità di intervenire su molteplici fronti della neurodegenerazione: dallo stress ossidativo alla neuroinflammazione, dalla disfunzione mitocondriale all'accumulo di proteine malformate. La ricerca scientifica sta progressivamente svelando come specifici nutrienti, estratti vegetali e vitamine possano modulare i processi che conducono alla morte neuronale.

I meccanismi alla base della degenerazione

Per comprendere il potenziale dei nutraceutici è fondamentale analizzare i complessi meccanismi del Parkinson. Le mutazioni genetiche in geni come SNCA e PARK2 interferiscono con il sistema di degradazione delle proteine, causando l'accumulo di alfa-sinucleina malformata che si aggrega formando i caratteristici corpi di Lewy. Questi aggregati tossici innescano una cascata di eventi che culmina nella morte cellulare.

Parallelamente, altre mutazioni compromettono la funzionalità mitocondriale, determinando stress ossidativo e la produzione di specie reattive dell'ossigeno che danneggiano ulteriormente i neuroni. L'infiammazione cronica attiva poi la via NF-κB, aggravando il danno. La comprensione di questi meccanismi ha permesso di identificare bersagli terapeutici specifici che i nutraceutici possono modulare, in particolare la via Nrf2 che gioca un ruolo cruciale nella difesa neuronale contro lo stress ossidativo.

Proteggere i mitocondri e combattere lo stress ossidativo

Il Coenzima Q10 rappresenta uno dei nutraceutici più studiati. Questa molecola svolge un ruolo essenziale nel mantenimento della catena di trasporto degli elettroni mitocondriale e nella sintesi di ATP. La sua capacità di collegare il complesso mitocondriale I agli altri complessi risulta particolarmente importante per contrastare la disfunzione mitocondriale caratteristica del Parkinson, prevenendo inoltre la neurotossicità.

Gli acidi grassi omega-3, presenti nell'olio di pesce, offrono benefici neuroprotettivi attraverso molteplici meccanismi. Questi acidi grassi polinsaturi sono componenti fondamentali dei neuroni dopaminergici e modulano la neurotrasmissione serotoninergica. La loro azione si estende alla riduzione dell'attivazione microgliale e della neuroinflammazione, favorendo il ripristino della normale neurotrasmissione. Una dieta arricchita di noci, ricche di sostanze antinfiammatorie e antiossidanti, ha dimostrato di aumentare gli effetti antiossidanti e prevenire la riduzione della dopamina striatale, migliorando le anomalie motorie associate alla malattia.

Il potere degli estratti vegetali

La vincamina, alcaloide estratto dalla pianta di vinca, possiede una funzione vasodilatatrice che migliora l'apporto di nutrienti e glucosio al cervello, accelerando la sintesi di ATP. Questa sostanza agisce mirando allo stress ossidativo e al ferro, aumentando la sintesi di dopamina e riducendo il danno neuronale.

I ginsenosidi, estratti dal ginseng, rappresentano un gruppo di sostanze con notevoli proprietà neuroprotettive. La loro attività antiossidante regola i livelli di glutatione e le vie infiammatorie, mentre promuovono le funzioni della corteccia cerebrale e riducono l'affaticamento mentale.

L'epigallocatechina-3-gallato (EGCG), principale polifenolo del tè verde, ha dimostrato proprietà neuroprotettive grazie alla sua capacità di attraversare la barriera emato-encefalica. I polifenoli del tè esercitano potenti effetti antinfiammatori e antiossidanti modulando due vie molecolari chiave: attivando la via Nrf2, potenziano la produzione di enzimi antiossidanti che neutralizzano lo stress ossidativo, mentre contemporaneamente inibiscono la via NF-κB, sopprimendo la produzione di citochine proinfiammatorie.

L'EGCG ha inoltre il potenziale di migliorare gli esiti clinici nei pazienti trattati con levodopa e carbidopa, grazie alla sua capacità di inibire la metilazione della levodopa e fornire effetti neuroprotettivi. L'estratto di Ginkgo Biloba riduce i livelli di ossido nitrico neuronale e aiuta nella prevenzione dello stress ossidativo elevando i livelli di dopamina. La caffeina, attraverso l'inibizione dei recettori dell'adenosina, può minimizzare i sintomi motori e fornire effetti neuroprotettivi riducendo la generazione di ossido nitrico e l'attivazione microgliale.

Contrastare l'aggregazione proteica e la neuroinflammazione

La palmitoiletanolamide, composto endocannabinoide naturale, inibisce la via dello stress del reticolo endoplasmaticoe previene l'accumulo di proteine malformate. Il beta-carotene, presente in carote e patate dolci, riduce l'accumulo di specie reattive dell'ossigeno grazie alla sua natura scavenger di radicali liberi.

La baicalina, flavonoide estratto dalla Scutellaria baicalensis, agisce prevenendo la produzione di oligomeri di alfa-sinucleina, riducendo la fibrillazione e la neurotossicità. Promuove l'autofagia, riduce l'infiammazione e inibisce l'apoptosi, ripristinando i livelli di dopamina. Il resveratrolo, sostanza polifenolica naturale ottenibile da uva e frutti di bosco, inibisce la NADPH ossidasi e controlla le citochine infiammatorie, migliorando i deficit motori e la degenerazione neuronale.

La curcumina, polifenolo ottenuto dalla Curcuma longa, merita un'attenzione particolare per le sue proprietà neuroprotettive eccezionali. Questa sostanza può attraversare efficacemente la barriera emato-encefalica ed esercita una tripla azione: antinfiammatoria, antiossidante e neuroprotettiva. Sul fronte antinfiammatorio, riduce i livelli di cicloossigenasi-2 e citochine infiammatorie, aumentando la durata della vita. Come antiossidante, protegge dalla neurodegenerazione causata dallo stress ossidativo riducendo la perossidazione lipidica e la produzione di radicali. Infine, come scavenger di radicali liberi, ferma il ciclo ossidativo ed esercita un effetto antagonista sull'attivazione astrocitica, inibendo la formazione di alfa-sinucleina e l'aggregazione proteica.

La quercetina, flavonoide presente in molti frutti e verdure, aumenta lo sviluppo dei mitocondri, prevenendo la neurodegenerazione. L'azione antiossidante della quercetina favorisce la difesa cellulare contro lo stress ossidativo attraverso la stimolazione delle sirtuine e l'attivazione dell'autofagia. La Mucuna pruriens, leguminosa rampicante, contiene naturalmente L-DOPA (5%) oltre a quantità considerevoli di NADH e CoQ10, che prevengono il danno neuronale e aumentano i livelli di dopamina.

La silimarina, complesso di flavonolignani estratto dal cardo mariano, possiede caratteristiche neuroprotettive e citoprotettive. Riducendo lo stress ossidativo, può essere utilizzata per trattare il Parkinson sopprimendo l'espressione di mediatori proinfiammatori e l'attivazione della microglia, mantenendo i livelli di dopamina striatale e proteggendo i neuroni dopaminergici.

Le vitamine: alleati indispensabili

La vitamina A e i suoi derivati svolgono un ruolo cruciale regolando i processi infiammatori e lo stress ossidativo, ma agiscono anche specificamente sui neuroni dopaminergici attraverso la regolazione dell'enzima retinaldeide deidrogenasi 1 (ALDH1A1). Questo enzima è neuroprotettivo perché degrada il DOPAL, un metabolita della dopamina altamente ossidante che causa la produzione di specie reattive dell'ossigeno e la formazione di proteine alfa-sinucleina.

Le vitamine del gruppo B sono cruciali come cofattori essenziali per diversi processi metabolici. L'omocisteina, quando elevata, può causare morte delle cellule dopaminergiche. Poiché le vitamine del gruppo B sono necessarie per la sintesi della metionina, una dieta ricca di queste vitamine ridurrà i livelli plasmatici di omocisteina, esercitando effetti protettivi. La tiamina regola l'espressione della dopamina, la riboflavina riduce la disfunzione mitocondriale e la neurotossicità del glutammato, mentre la niacina migliora i deficit locomotori e protegge dallo stress ossidativo.

La vitamina C è cruciale per il sistema nervoso, prevenendo le specie reattive dell'ossigeno e riducendo la perossidazione lipidica. Diminuisce le citochine proinfiammatorie controllando l'attivazione degli astrociti, riducendo la perdita neuronale dopaminergica. Il colecalciferolo (vitamina D) regola l'omeostasi del calcio, fondamentale perché se disturbata accelera la degenerazione dei neuroni dopaminergici. La vitamina D riduce anche la neurotossicità del calcio e possiede proprietà antiossidanti. La vitamina E, infine, protegge i neuroni dopaminergici nella substantia nigra grazie alle sue proprietà antiossidative e antiapoptotiche.

Verso una nutrizione neuroprotettiva integrata

I nutraceutici rappresentano quindi non solo una strategia di prevenzione, ma anche un potenziale strumento terapeutico adiuvante che merita ulteriori approfondimenti nella pratica clinica nutrizionale. L'approccio integrato che combina questi composti naturali con le terapie convenzionali offre prospettive promettenti per migliorare la qualità di vita dei pazienti con Parkinson, agendo simultaneamente su molteplici meccanismi patogenetici della malattia.

 

Link all'articolo: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39992884/