L’Aspartame è davvero sicuro? Lo studio che rivela i suoi effetti sull’insulina e le arterie
L’aspartame (APM) è uno dei dolcificanti artificiali più diffusi, presente in numerosi alimenti e bevande.
Sebbene sia stato ampiamente studiato per la sua sicurezza, nuove ricerche hanno evidenziato un possibile legame con patologie cardiovascolari.
Uno studio recente pubblicato su Cell Metabolism ha identificato un meccanismo attraverso il quale l’aspartame potrebbe aggravare l'aterosclerosi, favorendo l'infiammazione endoteliale indotta dall'insulina.
Effetti dell'aspartame sull'insulina e sull'aterosclerosi
I ricercatori hanno osservato che il consumo di aspartame aumenta significativamente i livelli di insulina attraverso l'attivazione del sistema parasimpatico.
In esperimenti condotti su topi e primati, l’aspartame ha indotto un’elevata secrezione di insulina, promuovendo la crescita delle placche aterosclerotiche nelle arterie.
La recisione del nervo vago nei topi ha eliminato questo effetto, confermando il ruolo centrale dell'attivazione parasimpatica.
L'aspartame ha aggravato l'aterosclerosi in modelli murini geneticamente predisposti alla malattia, aumentando l’accumulo di lipidi nelle arterie e favorendo l'infiammazione.
È stato scoperto che il meccanismo chiave di questo effetto risiede nell’attivazione del segnale CX3CL1-CX3CR1, che media l’infiammazione endoteliale.
Il ruolo del segnale CX3CL1-CX3CR1
L’incremento dell’insulina stimolato dall’aspartame porta a una sovraregolazione della chemiochina CX3CL1 nelle cellule endoteliali.
Questa molecola adesiva attrae i monociti circolanti, facilitandone l'adesione alle pareti arteriose e promuovendo la trasformazione dei macrofagi in una forma pro-infiammatoria (M1), contribuendo alla progressione dell'aterosclerosi.
Esperimenti di guadagno e perdita di funzione hanno confermato questo meccanismo.
L'impianto di una pompa per il rilascio continuo di insulina nei topi ha aggravato le lesioni aterosclerotiche, mentre la delezione genetica del recettore CX3CR1 nei macrofagi ha completamente neutralizzato gli effetti dannosi dell’aspartame.
Implicazioni cliniche e conclusioni
Questi risultati suggeriscono che il consumo di aspartame potrebbe rappresentare un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, specialmente in individui predisposti all’iperinsulinemia o all'insulino-resistenza.
La scoperta del ruolo del segnale CX3CL1-CX3CR1 apre nuove prospettive terapeutiche per il trattamento dell'aterosclerosi, indicando potenziali bersagli farmacologici per mitigare il rischio cardiovascolare associato all’uso di dolcificanti artificiali.
Questi dati rafforzano la necessità di approfondire gli effetti a lungo termine del consumo di dolcificanti artificiali e il loro potenziale impatto sulla salute pubblica.
Link all'articolo: https://www.cell.com/cell-metabolism/fulltext/S1550-4131(25)00006-3