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La creatina come supporto nella terapia cognitivo-comportamentale per la depressione

Un recente studio clinico pubblicato su European Neuropsychopharmacology ha aperto nuove prospettive sull'utilizzo della creatina monoidrato come supplemento nutrizionale nel trattamento della depressione. La ricerca, intitolata "Efficacy and safety profile of oral creatine monohydrate in add-on to cognitive-behavioural therapy in depression: An 8-week pilot, double-blind, randomised, placebo-controlled feasibility and exploratory trial in an under-resourced area", rappresenta il primo studio controllato che valuta l'efficacia della creatina in combinazione con la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) anziché con farmaci antidepressivi.

Il razionale scientifico dietro l'uso della creatina

La creatina monoidrato è un nutraceutico sicuro ed economico che riesce ad attraversare la barriera emato-encefalica e raggiungere il sistema nervoso centrale. Oltre ad essere naturalmente presente negli alimenti come latte, carne e pesce, la creatina viene sintetizzata endogenamente nel fegato e nel cervello, dove si concentra in elevate quantità svolgendo funzioni cruciali per il metabolismo energetico cerebrale.

Le ricerche precliniche e cliniche hanno evidenziato come l'alterazione della regolazione delle riserve energetiche cerebrali, in particolare bassi livelli di creatina, sia associata tanto ai sintomi depressivi quanto alla resistenza ai trattamenti farmacologici o comportamentali. La creatina agisce come agente neuroprotettivo con proprietà anti-apoptotiche, anti-ossidative e anti-nitrosative, modulando inoltre i neurorecettori serotoninergici, noradrenergici, dopaminergici, adenosinici e NMDA, tutti implicati nella fisiopatologia della depressione.

Metodologia dello studio e caratteristiche dei partecipanti

Lo studio ha coinvolto 100 partecipanti (50 femmine, età media 30,4 ± 7,4 anni) con diagnosi di depressione, reclutati a Dehradun, in India, attraverso tre siti di rilevamento. I criteri di inclusione prevedevano un'età compresa tra 18 e 60 anni, una diagnosi di episodio depressivo maggiore secondo i criteri SCID-5, un punteggio PHQ-9 ≥5 e l'assenza di farmaci psicotropi nelle otto settimane precedenti lo screening.

I partecipanti sono stati randomizzati in due gruppi: il primo ha ricevuto 5 grammi al giorno di creatina monoidrato più CBT bisettimanale, mentre il secondo ha ricevuto placebo (amido) più la stessa terapia psicologica. Il punteggio PHQ-9 baseline medio era di 17,6 ± 6,3, indicativo di una depressione moderatamente severa.

Risultati principali: efficacia superiore del gruppo creatina

Dopo otto settimane di trattamento, entrambi i gruppi hanno mostrato una riduzione significativa dei punteggi PHQ-9 rispetto al baseline. Tuttavia, il gruppo che ha ricevuto creatina più CBT ha evidenziato risultati superiori con un punteggio finale di 5,8 ± 4,8 (depressione lieve) rispetto al gruppo placebo che ha ottenuto 11,9 ± 6,6 (depressione moderata).

La differenza media aggiustata tra i due gruppi è stata di -5,12 punti (IC 95% = -7,20 a -3,52), favorendo significativamente il gruppo creatina. Particolarmente interessante è il dato che dodici partecipanti del gruppo creatina hanno raggiunto la remissione completa (PHQ-9 < 5) rispetto ai soli cinque del gruppo placebo.

Sicurezza e tollerabilità del trattamento

Dal punto di vista della sicurezza, lo studio ha confermato il profilo favorevole della creatina. Le interruzioni del trattamento per qualsiasi causa sono state simili in entrambi i gruppi (20 per gruppo), così come quelle dovute a eventi avversi (9 nel gruppo creatina vs 8 nel gruppo placebo).

Gli eventi avversi più comuni nel gruppo creatina sono stati di natura gastrointestinale, in particolare alterazioni dell'alvo, con 14 casi di stipsi e 15 di diarrea. Nel gruppo placebo si sono verificati 11 casi di stipsi e 6 di diarrea. Altri eventi frequenti hanno incluso crampi muscolari (12 casi nel gruppo creatina vs 7 nel placebo). La maggior parte degli eventi avversi è stata classificata come lieve e si è concentrata nelle prime settimane di trattamento nel gruppo creatina, suggerendo un fenomeno di adattamento.

Meccanismi d'azione e innovazioni dello studio

Questo studio rappresenta un'innovazione significativa rispetto alle ricerche precedenti che avevano sempre valutato la creatina in combinazione con farmaci antidepressivi. L'utilizzo della CBT come comparatore comune apre nuove prospettive sui meccanismi d'azione della creatina nel trattamento della depressione.

Le basi meccanicistiche dell'effetto potenziante della creatina sulla CBT rimangono da chiarire, ma evidenze precedenti hanno mostrato che la creatina può migliorare le performance cognitive in pazienti con depressione unipolare e bipolare. Considerando che bassi livelli di creatina nella corteccia prefrontale sono associati alla sintomatologia depressiva, il ripristino delle concentrazioni di creatina e dei metaboliti correlati potrebbe essere cruciale per l'efficacia della psicoterapia, dato che quest'area cerebrale è fondamentale per il funzionamento della CBT.

Limitazioni e considerazioni metodologiche

Lo studio presenta alcune limitazioni che ne influenzano l'interpretazione. Il campione, seppur numericamente superiore agli studi precedenti, è relativamente giovane (età media 30,4 anni) ed etnicamente omogeneo, limitando la generalizzabilità dei risultati. L'elevato tasso di abbandono (40% in entrambi i gruppi), sebbene distribuito equamente, può aver causato bias di attrito, probabilmente influenzato dalle restrizioni COVID-19 durante la conduzione dello studio.

La CBT utilizzata è stata a bassa intensità (bisettimanale) per adattarsi alle risorse limitate del setting, quindi i risultati potrebbero differire con protocolli ad alta intensità. L'aderenza al trattamento, supportata da promemoria quotidiani, non è stata formalmente monitorata ma si è basata sull'auto-riferimento dei partecipanti.

Implicazioni per la pratica clinica

I risultati di questo studio pilota suggeriscono che la creatina monoidrato potrebbe rappresentare un'opzione terapeutica sicura ed economica come adiuvante alla terapia cognitivo-comportamentale per la depressione. L'effetto osservato è paragonabile a quello riportato negli studi precedenti con farmaci antidepressivi, con un profilo di sicurezza favorevole e costi contenuti.

La creatina, essendo un nutraceutico facilmente reperibile e ben tollerato, potrebbe essere particolarmente utile in contesti con risorse limitate o come opzione per pazienti che preferiscono evitare farmaci psicotropi. Tuttavia, gli autori sottolineano che questi risultati preliminari richiedono conferma attraverso studi più ampi e di durata maggiore prima di poter formulare raccomandazioni cliniche definitive.

Lo studio apre interessanti prospettive di ricerca per valutare se benefici simili possano essere osservati con altri approcci psicoterapeutici e per chiarire i meccanismi neurobiologici sottostanti l'interazione tra creatina e psicoterapia nel trattamento della depressione.

 

Link all'articolo: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0924977X24007405